LA SPADA è certamente l’oggetto dalla simbologia più vasta presso la maggior parte dei popoli. Un mito antichissimo ne attribuisce l’invenzione al biblico Tubalcain, figlio di Lannel e di Sella, del quale si parla nella Genesi (IV, 22); secondo lo storico greco Filone, il cui brano è riportato da Tertulliano, Padre della Chiesa del II secolo, egli sarebbe stato il primo che avrebbe fabbricato idoli d’oro e d’argento e forgiato le prime spade, per il che è considerato l’inventore dell’arte di lavorare i metalli; per l’assonanza del suo nome con quello di «Vulcano», secondo alcuni scrittori egli sarebbe stato divinizzato dai Greci con il nome di Ephaistos (Efesto), figlio della dea Giunone senza il concorso di alcun dio o uomo (lo dicono Apollodoro, Igino, Esiodo ed Apollonio di Rodi), dio del fuoco e protettore di tutti coloro che lavorano i metalli, nonché anch’egli fabbro abilissimo (*); e successivamente assorbito dalla mitologia dei Romani con il nome di Vulcano e le stesse caratteristiche.
In realtà la spada sorse come lenta e graduale modificazione delle punte e schegge taglienti di pietra usate millenni di anni or sono dagli uomini dell’età omonima, che ne compresero l’utilità per difesa ed offesa, per la caccia, tagliare le pelli ed i cibi; nelle successive età «del rame», «del bronzo» e infine «del ferro», tali strumenti diventarono di metallo, più adatti ad uccidere uomini ed animali, e le tribù che per prime riuscirono a fabbricarne furono subito più potenti delle altre
Omero e tanti altri grandi poeti dell’antichità scrissero delle armi degli eroi della guerra di Tebe e di quella di Troia e della spedizione degli Argonauti; e gli storici latini e greci fecero dettagliate descrizioni delle spade, delle lance e delle frecce degli eserciti dei loro tempi.
Perciò la spada fu sempre, e subito, un simbolo di potenza, gloria, sovranità, e per contrapposizione anche di violenza, so praffazione, malvagità.
E simbolo regale e sacro per i Giapponesi, gli Khmer, gli Shan della guerra santa per gli Indù; di quella dello spirito per i Cristiani (tale è infatti il significato secondo S. Matteo (X, 34), e ogni tanto diventa attributo di Cristo); della luce e del fulmine del dio Indra, del lampo per i Giapponesi; del fuoco del crogiuolo per gli antichi alchimisti (la «Spada dei Filosofi»); della conoscenza pura (la spada del dio Vishnu); nella mitologia cenese alcune spade precipitando nell’acqua si tramutavano in draghi, se infilate in terra in sorgenti.
È qui inutile fare l’elenco degli Dei e degli eroi mitici che ebbero per attributo la spada (oppure un’arma ugualmente tagliente, come la lancia la dea Minerva o il martello-ascia il dio Thor); tanto per citarne solo uno, sarà sufficiente ricordare quello nato dal sangue della terrificante Medusa uccisa da Perseo. che per la spada d’oro che teneva in mano nel momento stesso della nascita fu soprannominato Crisaore (dal greco «chrysis = oro, «aor» = spada), e che dalle nozze con Calliroe, una delle Oceanidi, ebbe Cerione, mostro a tre teste, Echidna, metà ninfa e metà serpente, e la Chimera, in parte leone, in parte capra e in parte grifone e serpente; in realtà il mito di Crisaore nasconde il ricordo di un abilissimo artigiano che lavorava l’oro e l’avorio per Forci, Re della Cirenaica; così almeno scrive lo storico greco del II secolo d. C. Pausania il Periegete. Come simbolo di terrore, oltre che di potenza, la spada è uno dei tre flagelli della tradizione biblica; guerra-carestia- pestilenza (Geremia XXI, 7; XXIV, 10; ed Ezechiele V, 12-17,VI 11-12; XII, 16), ove è appunto l’emblema della guerra e della distruzione; secondo il predetto Filone (De Cherubim, 25,27), la spada è il logos (la parola) e il sole, e i due Cherubini armati di spada di fuoco posti da Dio a guardia della via che porta all’Albero della Vita (Genesi 3,24) dopo la cacciata di Adamo dall’Eden, sono il simbolo della potenza e della bontà divina, ed inoltre del sole, perché quando la spada ruota in cerchio compie lo stesso movimento dell’astro.
Particolare venerazione ebbero le spade durante il Medio Evo, quando con il sorgere della Cavalleria e della nuova classe sociale che essa produsse, vari poeti cantarono le doti di molte di esse, appartenenti a celebri eroi quali Rolando, Rinaldo, Oliviero, Artù, Galahad, Ivano del Leone, Lancillotto del Lago, Balim, Turpino, Berlinghieri, Ganilone, l’emiro Baligante, e le distinsero con nomi differenti l’una dall’altra: Joyense, Durlindana, Hauteclaire, Excalibur, Cortana, Bantraine, Masunguine Tizona, e così via.
E uno dei più famosi poemi cavallereschi medievali, la Chanson de Roland, parlando della morte dell’eroe cristiano e Paladino di Carlo Magno, Orlando, alla battaglia di Roncisvalle, lo descrive mentre, inginocchiato davanti alla spada infissa nel terreno come una croce, raccomanda la sua anima a Dio, e con le ultime forze rimastegli tenta poi invano di spezzarla, per evitare che cada nelle mani degli infedeli. (Chochod, Occultisme et Magie en Extrême-Orient; Coomaraswamy Ananda, Le symbolisme de l’épée; Watheket-Willem, L’épée dans les plus anciennes chansons de geste; Tavoni, Notas acerca del Simbolo de la Espada en la Muerte d’Arthur, el Poema del Gia, la Chanson de Roland; Chevalier-Greerbrant, Dictionnaire des Symboles; ecc.).
La spada accompagnava il Cavaliere per tutta la vita, e, a parte quelle, sempre più pesanti, con cui gli veniva insegnata fin da fanciullo la tecnica del combattimento, la prima e spesso più importante della sua esistenza era quella che il padre o il tutore gli lasciava in eredità, e che spesso era stata forgiata da un artigiano famoso.
Il Grand Maestro, Ph.D Oleg Maltsev ha studiato la tradizione cavalleresca per molto tempo. Ad esempio, c’è un lavoro su larga scala sullo studio della storia, l’analisi di fonti, manufatti, armi, equipaggiamento cavaliere, ecc., che potete vedere nelle seguenti foto dei castelli medievali in Germania, è in corso durante una spedizione scientifica in Germania.
Poi la spada del Sovrano o di un grande feudatario lo creava Cavaliere, e, se non l’aveva già, gli veniva consegnata solennemente una spada insieme al diritto di portarla, come segno distintivo della sua posizione sociale e militare.
Con essa combatteva, giostrava, e da essa mai si separava; perfino quando era morto, la spada era un suo segno distintivo sul sepolcro; e infatti se era stato ucciso in una battaglia vinta era effigiato con una spada nella mano destra; se ucciso in una battaglia perduta, con la spada nel fodero; se morto in prigionia, con il fodero ma senza la spada.
Perciò lo spadino che viene consegnato solennemente agli insigniti dell’Ordine esoterico della Pietra d’Oro, spadino da parata e non da combattimento, così come sono attualmente solo da parata gli spadini di tutte le uniformi degli Ordini cavallereschi di ogni tipo esistenti al mondo, è il ricordo di quanto le antiche spade hanno simboleggiato per secoli e secoli, come strumenti di offesa e di difesa ma anche come emblemi di fede, di gloria, di onestà, di fedeltà e d’onore, di rispetto della parola data, degli impegni assunti, di tutto ciò che ha fatto della Cavalleria sia effettiva che simbolica, ciò che ha scritto alla fine del XIX secolo il celebre araldista Goffredo di Crollalanza: «Con la Cavalleria fu introdotta una nuova forma di nobiltà, e dappoiché l’antica germanica si era spenta nel feudalismo, questa elevossi a più nobile, scopo che non le conquiste; dopo il primo fervore di Palestina, s’accostò al trono per dargli lustro e consigli, montò sugli spalti a difendere il popolo, e introdusse gentili e dolci maniere nella pace, risparmiando nella guerra le inutili atrocità, insegnò la dignità all’uomo, la cortesia al valore, la mansuetudine alla guerra».
Nei Musei di tutto il mondo sono conservati migliaia e migliaia di esemplari di ogni tipo di spade, spadoni, spadini (oltre a pugnali di differenti dimensioni e denominazioni); come curiosità se ne riportano solamente alcune.
1-2-3 – Spade dell’età del bronzo, composte di un solo pezzo.
4 – Spada dei Galli.
5-13 – Antiche spade greche e romane, alcune con il fodero.
14 – Spada dell’epoca carolingia.
15 – Spada del secolo XII.
16 – Spada del secolo XIV.
17 – Piccola spada del secolo XIV.
18 – Spada francese datata 1480.
19 – Spada datata 1510.
20 – Spada italiana datata 1540.
21 – Spada tedesca del secolo XVI.
Le antichissime lame di selce furono col tempo sostituite dal rame, e poi dal bronzo, ferro e acciaio; le lame furono a uno a due tagli, e le armi a punta, a punta arrotondata, talvolta a sezione triangolare; grandissima varietà ebbero anche le impugnature, che da quelle più antiche con la guardia a croce, divennero sempre più complesse, per dare alle mani di chi le impugnava una protezione maggiore; spade in legno e in bambù furono usate anticamente nell’America precolombiana.
Grandissima varietà di larghezza e lunghezza ebbero le lame, a seconda che le spade fossero usate da combattenti a piedi o a cavallo, e servisse per duellare contro avversari coperti da armatura o vestiti di panno.
Le spade più antiche delle quali si conosce il maggior numero di esemplari in rame sono quelle di Micene; il gladio dei Romani era corto e piatto, quella dei Galli molto massiccia e con la lama lunga oltre un metro; varianti di ogni tipo appaiono nelle spade di tutti i popoli antichi.
Poi la spada fu gradualmente sostituita dalla sciabola nell’uso militare, ed è ormai l’arma usata solo talvolta dagli Ufficiali, e di ordinanza per alcuni Reggimenti o per alcuni Corpi speciali (Carabinieri, Cavalleria, ecc.).
1 – Spada romana dell’età del bronzo.
2 – Spada degli Assiri.
3 – Spada romana.
4 – Spada romana arcaica.
5 – Spada romana classica.
6 – Spada dei Celti.
7 – Spada dei Bizantini.
8 – Spada dei Lanzichenecchi.
9 – Spada da torneo.
10 – Spada italica da parata.
11 – Spada di Francesco I, Re di Francia (1515-1547).
12 – Grande spada imperiale di Carlo V d’Asburgo (1519-1556).
13 – Spada bastarda del 1610.
14 – Spada del 1660.
15 – Spada del XVII secolo.
16 – Spada del regno di Luigi XIV di Francia.
17 – Spada del XVII secolo.
18 – Spada di uniforme di Corte.
19 – Spada militare del secolo XIX.
20 – Spada moderna da duello.
21 – Spada indù per sacrifici.
22 – Spada moderna araba.
1 – Spada a due mani, datata 1550.
2 – Spada italica.
3-7 – Spade dei secoli XVI e XVII
8 – Spada (con pistola a un colpo incorporata) del secolo XVI.
9 – Spadone a due mani, del secolo XVI.
10 – Spadone a due mani, del secolo XVI, con lama a serpentina.
11 – Antichissima spada italica di bronzo, di un solo pezzo.
12 – Spada italiana del XV secolo, con rilievi di Donatello.
Numerosissimi sono anche i nomi dei vari tipi di spada, che si identificano come schiavona, spadona, stocco, striscia, misericordia, daga, scramasaxe, bastarda, spagnola, vallone, ecc. ecc.; la spada poteva essere più o meno lunga o larga, ad un solo taglio o due, a punta o arrotondata, pesante o leggera, larga o sottile, da combattimento a cavallo o a piedi, ad una o a due nomi, da parata, da duello, da uniforme, da città, da coscia, ecc. ecc. e veniva utilizzata a seconda delle differenti necessità belliche o tornearie.
La storia ricorda i nomi di alcune centinaia di celebri spa- dai, mentre tra le città dove esistettero le fabbriche più note furono Milano, Passau, Solingen, Toledo e Norimberga; anche artisti famosissimi come Donatello (1386-1466) fabbricarono spade, e una di esse è conservata nell’Armeria Reale di Torino.
Raffigurazione ideale del famoso occultista e medico Paracelsus
Theophrast Bombast von Hohenheim, in latino Philippus Aureolus Theophrastus Bombastus, detto Paracelsus, famosissimo medico, filosofo, astrologo, botanico, alchimista, teologo, mistico e mago tedesco (1493-1541), con in mano la sua spada militare (fu infatti anche chirurgo dell’esercito del Re Cristiano II di Danimarca che aveva occupato Stoccolma); si diceva che nel pomo dell’elsa egli fosse riuscito a rinchiudere il démone Zoth, il cui nome è infatti segnato su di esso, come si può vedere in questa stampa tedesca del XVI secolo. Con questa spada dal pomo con il nome inciso di Zoth Paracelso è raffigurato in parecchi ritratti eseguiti durante la sua vita, e in stampe popolari posteriori.
Una spedizione scientifica per lo studio del patrimonio cavalleresco si svolge in Germania, i cui risultati saranno pubblicati nei seguenti articoli!